Sinapsi è un’installazione che vuole concentrarsi sul tema dell’importanza della determinazione di una rete di persone per la spinta al cambiamento. Fondamentale per il tema del “ribaltamento” dello stato di degrado e disuso del microcosmo di San Salvi sarà quindi la partecipazione attiva della cittadinanza, nel definire come e cosa questo spazio debba diventare.
“Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia.” Lorenzo Milani
L’opera, realizzata all’interno del progetto Spacciamo Culture interdette, sarà esposta il 21 Maggio 2023 a San Salvi con un programma di “diffusione” in tre sedi universitarie del Comune di Firenze: Biblioteca del Dipartimento di Architettura – Via Pierantonio Micheli 2 Sede della facoltà di psicologia – Via della Torretta 16 Sede dell’Accademia delle belle arti – Piazza san marco
Il progetto Spacciamo Culture interdette nasce per dare la possibilità a giovani artisti e artiste di esprimere, attraverso diversi linguaggi, suggestioni sul processo di rigenerazione dell’area, in un anno così importante che ha visto l’approvazione del nuovo piano operativo del Comune di Firenze. Questo vede importanti novità per l’area dell’ex-manicomio di San Salvi identificata come una delle principali aree di trasformazione del P.O. 2023. Un’opportunità unica per pensare un nuovo futuro del parco da restituire alla città grazie al contributo di giovani artisti e studenti del dipartimento di architettura (DIDA) e dell’Accademia di belle arti di Firenze.
Tutti i cittadini hanno diritto a presentare osservazioni al piano operativo entro il 26 Giugno 2023 seguendo la procedura qui indicata.
Dove trovare l’istallazione
Da quando nel 1998 l’ultimo paziente ha lasciato l’ospedale psichiatrico di San Salvi si è aperto il dibattito circa il futuro dell’area e al suo rapporto con la città. L’allora direttore del manicomio Carmelo Pellicanò sosteneva che la grande sfida sarebbe stata, una volta usciti i pazienti dell’ospedale, trovare un modo per far entrare la città. Oggi questo dibattito rimane aperto ed i cittadini sono chiamati ad esprimersi sul futuro dell’area, al centro di un processo di rigenerazione contenuto nel Piano operativo 2023.
Invitiamo i cittadini condividere i possibili futuri che immaginano per il parco di San Salvi, commentando nel box dei commenti qua sotto e soprattutto presentando osservazioni al piano operativo come indicato nella sezione seguente.
Numerosi sono stati i progetti presentati negli anni, presentiamo qua quello dal titolo “San Salvi riparte dalla cultura” presentato nel 2004 dai Chille de la balanza con la consulenza di Guicciardini & Magni Architetti e l’antropologo Pietro Clemente.
“Ci siamo concentrati su aree marginali e incongrue rispetto allo sviluppo di questa cittadella, proponendone una contaminazione culturale a partire dalle realtà esistenti: la Biblioteca V. Chiarugi, i laboratori espressivi della Tinaia, gli spazi teatrali dei Chille de la Balanza. Abbiamo pensato che il potenziamento di queste attività già radicate, oltre i loro attuali spazi, potesse agire come elemento catalizzatore per uno sviluppo culturale, sociale, ricreativo in San Salvi, variegandone la connotazione principale con attività dinamiche, legate alla memoria del luogo, ma anche aperte ad una trasformazione nuova e inclusiva, aperta alla città, ai giovani ad altri operatori culturali.”
Da quando nel 1998 l’ultimo paziente ha lasciato l’ospedale psichiatrico di San Salvi si è aperto il dibattito circa il futuro dell’area e al suo rapporto con la città. L’allora direttore del manicomio Carmelo Pellicanò sosteneva che la grande sfida sarebbe stata, una volta usciti i pazienti dell’ospedale, trovare un modo per far entrare la città. Oggi questo dibattito rimane aperto ed i cittadini sono chiamati ad esprimersi sul futuro dell’area, al centro di un processo di rigenerazione contenuto nel Piano operativo 2023.
Invitiamo i cittadini condividere i possibili futuri che immaginano per il parco di San Salvi, commentando nel box dei commenti qua sotto e soprattutto presentando osservazioni al piano operativo come indicato nella sezione seguente.
Numerosi sono stati i progetti presentati negli anni, presentiamo qua quello dal titolo “San Salvi riparte dalla cultura” presentato nel 2004 dai Chille de la balanza con la consulenza di Guicciardini & Magni Architetti e l’antropologo Pietro Clemente.
“Ci siamo concentrati su aree marginali e incongrue rispetto allo sviluppo di questa cittadella, proponendone una contaminazione culturale a partire dalle realtà esistenti: la Biblioteca V. Chiarugi, i laboratori espressivi della Tinaia, gli spazi teatrali dei Chille de la Balanza. Abbiamo pensato che il potenziamento di queste attività già radicate, oltre i loro attuali spazi, potesse agire come elemento catalizzatore per uno sviluppo culturale, sociale, ricreativo in San Salvi, variegandone la connotazione principale con attività dinamiche, legate alla memoria del luogo, ma anche aperte ad una trasformazione nuova e inclusiva, aperta alla città, ai giovani ad altri operatori culturali.”
Irene Pecorini, autrice dell’istallazione ha provato in prima persona ad immaginare nuovi scorci di San Salvi e li propone sotto forma di schizzi paragonando un prima e un dopo, e concentrandosi in particolare su tre aree:
L’area di Villa Panico, attualmente in stato di abbandono immaginata come nuova sede dell’università di psicologia.
L’area verde che costeggia la ferrovia arricchita con uno spazio giochi per accogliere le famiglie all’interno del parco.
Un’apertura alla città a fianco dell’ex-cinema teatro che garantirebbe un più facile accesso all’area ed un importante collegamento con il polo scolastico
“In un mondo di massiccia urbanizzazione che spinge all’alineazione ed all’individualismo, l’ex-manicomio di San Salvi dovrebbe contraddire la propria natura ed affermarsi come un polo sociale, culturale e comunitario. In quest’ottica ho deciso di proporre, attraverso alcuni schizzi digitali, la mia visione di futuro per San Salvi. Un parco, un luogo di memoria ed uno spazio di incontro, questi i titoli dei miei disegni raffiguranti tre punti visivi salienti dell’ex complesso manicomiale.”
Un Piano Operativo in urbanistica è uno strumento di pianificazione territoriale che definisce le modalità di attuazione e gestione del Piano Regolatore Generale (PRG) o di altri strumenti di pianificazione urbanistica di livello superiore. Costituisce quindi un documento che serve per definire le regole e gli interventi che devono essere fatti per organizzare il territorio di una città o di un paese. In pratica, stabilisce dove si possono costruire le case, i negozi e le industrie, dove devono passare le strade e le reti di servizi etc..
Il Piano Operativo viene redatto dagli enti locali (comuni, città metropolitane, province) e deve essere approvato dalla Regione competente in materia di urbanistica. Esso è uno strumento fondamentale per la gestione del territorio e per garantire uno sviluppo urbano sostenibile e compatibile con l’ambiente.
Lo scorso 13 marzo il Consiglio Comunale di Firenze ha adottato il nuovo Piano Operativo della città, contenente l’identificazione di una serie di Aree di trasformazione, tra cui l’ex-manicomio di San Salvi. E’ quindi per noi di fondamentale importanza capire qual’è la visione che il Comune ha per il futuro di questa area per poter esprimere la nostra opinione consapevolmente attraverso le osservazioni. Di seguito il materiale estratto dal Piano Operativo di Firenze del 2023 sulle possibili azioni proposte sull’area di trasformazione di San Salvi.
Diventa parte della rete e lascia la tua visione per il futuro di San Salvi*
Per rendere ufficiale le tue proposte ricordati che è necessario presentare al Comune un’ osservazione al Piano operativo secondo le seguenti istruzioni entro il 26 Giugno 2023
10 commenti su “SINAPSI – diventa parte della “rete””
Martina
Idea originale e fantastica. Senza dubbio la migliore installazione di questo progetto, la più innovativa e coinvolgente.
Sara
Potrebbe essere la giusta location per un tattoo walk in internazionale!
Michele
Un progetto speciale e intelligente!
Chiara
Spazio autogestito per dibattiti, mostre, presentazione di libri, musica
Giovanni Amato
Dare nuova vita alle decine di edifici trascurati e lasciati a loro stessi, adibendoli a laboratori e spazi artistici ( diversi linguaggi espressivi, dalla pittura alla musica) per tutti gli studenti e non che hanno voglia e bisogno di lavorare e creare.
Mostre, eventi…
Silvano
Spazi abbandonati che hanno un grandissimo potenziale. Ad esempio l’accademia di belle arti di Firenze gemellata al comune potrebbe attivarsi sul creare spazi, mini laboratori nel quale gli studenti potrebbero trovare un luogo dove produrre e creare. Basterebbe ristrutturare anche solo due degli edifici abbandonati e una volta creati gli spazi chiedere anche un prezzo forfait di 50€ al mese in modo anche da garantire la manutenzione dei luoghi.
Ewin
Alcuni immobili potrebbero essere utilizzati per l’accoglienza temporanea di studenti con contratti dal canone “low cost” .
Le aree verdi potrebbero essere riqualificate con attrezzature per svolgere attività all’ aperto ( altalene e scivoli per i più piccoli; attrezzature fitness per i più grandi ).
Beatrice Landi
Esperienza che tocca nel profondo.
Grazie !
La mia proposta è includere in questo progetto di ribaltamento chi si opera affinché giovani e meno giovani abbiano uno spazio di rinascinata.
Il centro di solidarietà di Firenze ad esempio .
Chi non conosce Don Giacomo Stinghi passionario attivista che dagli anni ’80 si è adoperato per il recupero di tanti.
Il Ceis( Centro di solidarietà di Firenze) ha diversi progetti: mi viene in mente il ” Progetto Ponterosso” referente Andrea Mirannalti.
Sarebbe bello che questi ragazzi avessero uno spazio .
SPACCIAMO CULTURE interdette!
Dennis
istallazione molto interessante , ottimi spunti di riflessione. Di gran lunga l idea più suggestiva
Massimo
Grazie per aver condiviso questo lavoro con noi.
Si vede che l’opera è studiata nel singolo dettaglio.
Idea originale e fantastica. Senza dubbio la migliore installazione di questo progetto, la più innovativa e coinvolgente.
Potrebbe essere la giusta location per un tattoo walk in internazionale!
Un progetto speciale e intelligente!
Spazio autogestito per dibattiti, mostre, presentazione di libri, musica
Dare nuova vita alle decine di edifici trascurati e lasciati a loro stessi, adibendoli a laboratori e spazi artistici ( diversi linguaggi espressivi, dalla pittura alla musica) per tutti gli studenti e non che hanno voglia e bisogno di lavorare e creare.
Mostre, eventi…
Spazi abbandonati che hanno un grandissimo potenziale. Ad esempio l’accademia di belle arti di Firenze gemellata al comune potrebbe attivarsi sul creare spazi, mini laboratori nel quale gli studenti potrebbero trovare un luogo dove produrre e creare. Basterebbe ristrutturare anche solo due degli edifici abbandonati e una volta creati gli spazi chiedere anche un prezzo forfait di 50€ al mese in modo anche da garantire la manutenzione dei luoghi.
Alcuni immobili potrebbero essere utilizzati per l’accoglienza temporanea di studenti con contratti dal canone “low cost” .
Le aree verdi potrebbero essere riqualificate con attrezzature per svolgere attività all’ aperto ( altalene e scivoli per i più piccoli; attrezzature fitness per i più grandi ).
Esperienza che tocca nel profondo.
Grazie !
La mia proposta è includere in questo progetto di ribaltamento chi si opera affinché giovani e meno giovani abbiano uno spazio di rinascinata.
Il centro di solidarietà di Firenze ad esempio .
Chi non conosce Don Giacomo Stinghi passionario attivista che dagli anni ’80 si è adoperato per il recupero di tanti.
Il Ceis( Centro di solidarietà di Firenze) ha diversi progetti: mi viene in mente il ” Progetto Ponterosso” referente Andrea Mirannalti.
Sarebbe bello che questi ragazzi avessero uno spazio .
SPACCIAMO CULTURE interdette!
istallazione molto interessante , ottimi spunti di riflessione. Di gran lunga l idea più suggestiva
Grazie per aver condiviso questo lavoro con noi.
Si vede che l’opera è studiata nel singolo dettaglio.