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PINO ROVEREDO BALLANDO CON CECILIA

Quando:
11 Aprile 2014@19:15–21:00
2014-04-11T19:15:00+00:00
2014-04-11T21:00:00+00:00
Dove:
Via di San Salvi
12, 50135 Firenze
Italia
Costo:
Ingresso libero
Contatto:
055.6236195

RoveredoBALLANDO72dpiVenerdì 11 aprile_21:15
> Incontro con l’autore
PINO ROVEREDO
in occasione dell’uscita del romanzo
ballando con Cecilia
> Mise en espace
“I manicomi non finiscono mai”
del laboratorio Saper essere della Scuola di Psicologia dell’Università di Firenze.
In scena, accompagnati da Riccardo Johnny Lorenzini, Tommaso Albini, Camilla Antonini, Marco Bianchini, Sarah Caudiero, Erika Khiari, Camilla Madsen, Niccolò Orlandini e Maddalena Ugolini.
La performance, liberamente tratta anche dal romanzo di Roveredo, è un emozionante percorso nei luoghi del disagio mentale oggi.

Intervengono:
Roberto Leonetti, psichiatra – Direttore DSM Azienda Sanitaria 10 Firenze
Simona Poli, giornalista – La Repubblica

 Ingresso libero. Prenotazione vivamente consigliata.

Il nuovo romanzo di Pino Roveredo sembra riprendere il testimone lì dove Le libere donne di Magliano lo avevano lasciato. Un uomo riceve l’incarico di andare alla Casa dei Matti, padiglione 1, per far compagnia ai degenti. Ed ecco spalancarglisi di fronte il mondo dell’ex manicomio, diverso da quello riformato coraggiosamente da Franco Basaglia, ma al tempo stesso sempre uguale, come un mito che non tramonta. Qui tutti hanno un’identità e una storia, anche se in frantumi. Tra l’odore del disinfettante e quello degli alimenti si aggirano Amalia, che si crede nobile, Anita, la “donna down” sempre col cappotto addosso, Maria che non fa che cantare, Olga, senza denti e con la mania religiosa, Berto, fissato con le parole crociate. E poi Cecilia: una donna molto anziana, di novantasei anni, di cui molti, troppi, trascorsi in manicomio, non si sa neppure perché. Cecilia è litigiosa, solitaria, bizzarra. Ma forse ha solo bisogno che qualcuno riconosca che lei “è”. Allora l’io narrante le offre una cioccolata. Lei si scioglie, cominciano a parlare. Gli racconta la sua vita, di quando faceva la commessa in una pasticceria e guadagnava settanta centesimi alla settimana. Altri tempi: ora lei, come gli altri, non sa più cosa accade nel mondo. E per quanti sforzi si facciano, non si può più tornare indietro, recuperare il tempo ormai trascorso. Si può solo ballare: un ballo reale e metaforico insieme, perché sulle note scorrono come in un sogno gli anni non vissuti da questi degenti, Cecilia compresa: gli anni perduti. Pino Roveredo è nato nel 1954 a Trieste da una famiglia di artigiani: il padre era calzolaio. Dopo varie esperienze (e salite) di vita, ha lavorato per anni in fabbrica. Operatore di strada, scrittore e giornalista, collaboratore del “Piccolo” di Trieste, fa parte di varie organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie disagiate. Bompiani ha pubblicato Mandami a dire (2005, Premio Campiello, Premio Predazzo, Premio Anmil, Premio “Il campione”), Capriole in salita (2006), Caracreatura (2007), Attenti alle rose (2009), La melodia del corvo (2010), Mio padre votava Berlinguer (2012). Caracreatura ha vinto il Premio Torre di Castruccio 2008. Attenti alle rose ha vinto il Premio “La Lizza d’oro” di Massa Carrara e il Premio “Giuseppe Giusti” di Monsummano. Nel 2011 ha partecipato al film Sono rimasto senza parole / Pino Roveredo incontra Antonio Stagnoli.

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