fbpx

PER FAVORE, MI LASCI NELL’OMBRA

Quando:
30 Novembre 2013@19:30–20:30
2013-11-30T19:30:00+00:00
2013-11-30T20:30:00+00:00
Dove:
LE MURATE // Sala delle Colonne
Piazza delle Murate
Firenze
Italia
Costo:
Ingresso libero
Contatto:
055.6236195

Festival MEDIARC
Post Metropoli e bellezza
Sabato 30 novembre_ore 20.30
_Le Murate // Sale delle colonne_
PER FAVORE, MI LASCI NELL’OMBRA
Performance con
Paolo Lauri artista visivo
Claudio Ascoli attore
Ingresso libero.

 

 

L’intervento artistico di Claudio Ascoli e Paolo Lauri prende a prestito l’intrigante titolo dall’incipit di una intervista che molti anni fa rilasciò Carlo Emilio Gadda.

Ossequioso e collerico, diviso fra paranoica timidezza e incontenibili furori, già negli anni ’30 Gadda si lascia andare ad un divertente sproloquio sui primi esempi di postmetropoli e lo fa partendo dalla narrazione-analisi della costruzione in primis di una casa, e poi…della sua casa!

Anche in quest’occasione lo spettatore può riconoscere e gustare la fosforeggiante genialità del grande macaronico e l’accensione di intentata novità del suo linguaggio.

Gadda, in sostanza,  si oppone ad un mondo non dissimile da quello paventato anni dopo da Gregotti in Architettura e postmetropoli: “…la costruzione di un ambiente urbano sembra fatto oggi non di disegno di cose e di spazi tra le cose con un ordine dotato del senso della qualità del possibile, ma soprattutto di accumulazione di segni come accessori della comunicazione; gli edifici sono diventati pure immagini o supporto di immagini, (…) una vita urbana fondata sul consumo incessante piuttosto che sullo sviluppo ragionevole ed equo. Così proprio gli architetti più loquaci sembrano diventasti afasici nei confronti della propria pratica artistica per eccesso nell’uso di un linguaggio comunicativo indifferente al senso e ridotto quindi a calligrafia.”

In altra forma, ma con analoga analisi, Gadda recita: “L’Uggia disse un giorno al Cattivo Gusto: “Fabbrichiamo una città dove poter imperare senza contrasti: tu sarai re, ed io la regina”. E altrove: “La questione dei tramezzi è per me d’importanza grandissima: negli alberghi il tramezzo più spesso unisce che non divide (…); parole e sospiri, acqua fredda, acqua calda, vanno come ala invisibile o suono da una camera all’altra, legando l’attenzione del giovine al catarro del vecchio.”

La performance accosta, senza soluzione di continuità, parole gaddiane, interventi canoro-musicali d’epoca di De Angelis ed ombre in movimento a cura di Paolo Lauri. E sono immagini di Porte.

Porte che si aprono, porte che si chiudono. Porte che cambiano, luoghi che cambiano: cambia il luogo non cambia la porta, cambia la funzione, a volte anche la porta. Spariscono i segni di ciò che è passato, spesso rimangono solo i ricordi. Dentro, al di là della porta, che sia aperta o chiusa, nuova o vecchia, ci sono strati di memoria che si sommano alle novità della vita quotidiana. Cinema chiusi, teatri chiusi, librerie chiuse, monumenti svenduti. Mangia, bevi, passa veloce, gira e vai, poca attenzione alle vite vere dei luoghi che cambiano. Rimpianti dei ricordi, che spesso niente hanno a che vedere con la realtà passata. Le città con la bellezza di un organismo vivente crescono, strato su strato, somma di differenze e di contraddizioni, si assestano trovando col tempo un equilibrio, come nel passato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.