Via Concezione A Montecalvario
34, 80134 Napoli
Italia
Da martedì 6 a giovedì 8 novembre_ore 21.00
Galleria Toledo, Napoli
_Passeggiata_
C’ERA UNA VOLTA…
IL MANICOMIO
di e con Claudio Ascoli
Ingresso 15,00 – 12,00- 10,00 €
Info e prenotazioni 081 425037 o galleria.toledo@iol.it
Intervista a Claudio Ascoli sul sito Notizie Teatrali http://www.notizieteatrali.it/ntnews/?p=12127
Articolo sulla Paseggiata pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/spettacoli/15_settembre_29/chille-de-balanzaa-napoli-trent-anni-60757f9e-6687-11e5-8412-cccdc6cec6df.shtml
RITORNANO A NAPOLI I CHILLE DE LA BALANZA
“C’ERA UNA VOLTA…IL MANICOMIO”
CON CLAUDIO ASCOLI
A GALLERIA TOLEDO DA MARTEDI’ 6 A GIOVEDI’ 8
Partirono da Napoli nel 1985, lasciando uno spazio storico underground napoletano degli anni 70: quel Teatro Comunque che con la Cineteca Altro aveva trasformato via port’Alba in un autentico luogo di ricerca teatrale, cinematografica e anche musicale.
Parliamo dei Chille de la balanza, storica compagnia teatrale da molti anni in Toscana, che dal 1998 risiede nell’ex-città manicomio di Firenze: San Salvi.
I Chille, fondati nel 1973 da Claudio Ascoli, ultimo rampollo di una delle famiglie del teatro napoletano, entrarono a San Salvi nei giorni di definitiva chiusura del grande manicomio fiorentino: oltre 32 ettari che avevano “rinchiuso” fino a 3.000 persone! Vi entrarono perché l’ultimo direttore, il dr. Carmelo Pellicanò, volle accompagnare l’uscita finale dei matti con l’ingresso della città nell’immensa area dei Tetti rossi: questo il nome “popolare” del manicomio. Pellicanò pensò che solo una compagnia teatrale singolare come i Chille potesse provarci. E da allora ad oggi, i teatranti napoletani hanno vitalizzato questi immensi spazi con la presenza di ben 400.000 spettatori in quella che è diventata la loro casa, e che produce e ospita Teatro, oltre che Artisti di diversi linguaggi e culture.
In tutti questi anni l’evento più significativo inventato dai Chille è “C’era una volta…il manicomio”, nato in forma di Passeggiata e assunto dal Consiglio d’Europa e dall’Unesco come esempio di “Passeggiata patrimoniale”. La convenzione di Faro (Portogallo) così la presenta: “La Passeggiata patrimoniale ha come obiettivo principale la promozione della consapevolezza tra i cittadini, residenti e turisti, intesi come soggetti culturali, della loro interazione con il patrimonio culturale in cui si vive, e del beneficio che deriva dal vivere immersi in questo patrimonio, tanto per la sua portata storica, quanto per le attività attuali. Durante la passeggiata sia i partecipanti che gli organizzatori agiscono tanto come residenti quanto come testimoni dell’uso attuale del patrimonio culturale anche immateriale, e delle sue possibili trasformazioni future”.
“C’era una volta…il manicomio”, passeggiata-affabulazione di e con Claudio Ascoli, è tra gli eventi teatrali più longevi oggi in circolazione in Italia: nato nel 1998 e vissuto ad oggi da oltre 40.000 spettatori, in 550 repliche.
Ogni sera diversa dalla precedente, e molti spettatori ritornano a distanza di anni, C’era una volta… raccoglie e rimanda anche l’attualità politica come a mettere in relazione la tragica storia del manicomio con quella dei nostri giorni. Ascoli allarga il suo sguardo sulle tante realtà ex-manicomiali, alcune trasformate in resort turistici, altre ristrutturate cancellandone del tutto la memoria. Ha scritto Claudia Vitale in un recente saggio (tra i tanti) sullo spettacolo: “La passeggiata è un vero e proprio viaggio che vive di vuoti, di silenzi, di assenze e di cose invisibili. È un percorso umano che non si conclude alla fine delle due ore ma che ha inizio proprio in quel momento, quando ciascuno torna a casa, nel buio. Colmo di cose il lungo spezzone in bianco alla fine del super8 su cui si immaginano proiettati i desideri, le gioie e le fantasie di quel volto di donna che ci sorride e ci fa cenno con la mano; felice per un istante di essere amata. Il viaggio, tutto introspettivo, si nutre di stranezze, di paradossi che capovolgono la logica e l’ordine, quei due concetti-chiave con cui gli psichiatri e gli architetti hanno costruito San Salvi. Claudio Ascoli ha un compito arduo e coraggioso, è guida umana e poeta, stoico custode di memorie, umile voce di storie mai dette, di uomini e donne prigioniere”.